Ceramica FACI (Fabbrica Artistica Ceramiche Italiane)

1927 - 1967

 La FACI venne costituita effettivamente nel  1927 gli azionari che la fondarono furono Adolfo Brunelli, Carlo Guerrieri e la Società Volpato. La FACI nacque sulle ceneri della vecchia Falisca Ars e occupò i locali della Società Volpato (Tali locali furono la seconda sede della Ceramica Volpato e qui venivano prodotti sanitari, mentre le stoviglie venivano prodotte nello stabilimento nei pressi del Forte Sangallo.) siti in Via Ferretti in  Civita Castellana e proprio come la Falisca Ars la sua produzione era centrata sulla Ceramica Artistica. Anche se differì molto nella produzione, infatti essa fu legata al  '900 e all' art-decò e si distinse dalle vecchie produzioni per l'uso dell'aerografo. Proprio per la novità e la difficoltà di questa tecnica tale notizia fu riportata in un libro di Cosimo Ettorre dal titolo "Come si dipinge sulla ceramica" nel 1936 e proprio all'interno di tale libro nella sessione "aerografo" sono riportati esempi presi dalla produzione della FACI .

 

Ma la FACI non fu citata solo sul libro di Ettorre ma anche su un testo di Fulvio Maria Rossi, o meglio più che una citazione fu l'illustrazione, di due oggetti tipici della produzione, eseguiti con la tecnica dell'aerografo. Gli oggetti in questione sono: una capanna Africana e un centro tavolo con al centro dello stesso una testa di un uomo africano.

Tutta questa produzione di oggetti riguardanti il mondo Africano derivò dall' interessamento che avevano gli Italiani sulle campagne di colonizzazione fatte durante la guerra dall'Italia verso tale nazione.

 

I prodotti della FACI erano considerati prodotti d'avanguardia con motivi appartenenti al Novecento molto simili ad altri oggetti presenti in quel periodo sul mercato prodotti da altre note fabbriche italiane tra cui la Richard Ginori, la quale aveva come disegnatore il famoso Giapponti.

 

All'interno della FACI vennero assorbiti come disegnatori,in via del tutto esclusiva, tutti i neodiplomati dell'Istituto d'Arte di Civita, Lo stesso Ettorre, che fu Direttore di questo Istituto, eseguì disegni per la FACI. Esistono tantissime testimonianze, che confermano che quasi tutti gli insegnanti dell'Istituto d'Arte disegnarono prima o poi qualcosa per la FACI. Tra cui Cariotti che gia nel 1934 disegnò oggetti da sottoporre alla lavorazione con l'aerografo del tutto simili a quelli che venivano prodotti per la Richard Ginori in quegli stessi anni.

 

La FACI partecipò ad una delle prime Fiere Campionarie di Milano e si presume, che fu una delle prime se non la prima ad esporre a Milano come Produttrice di Ceramiche Artistiche gia nel 1929. Nel 1930 espose a Lipsia,nel 1933 alla Fiera di Levante di Bari dove vinse la medaglia d'oro e replicò la stessa vittoria presso la mostra di Tripoli nel 1936 ,sempre nello stesso anno partecipò alla mostra di ceramica allestita all'interno del Forte Sangallo.   

Tutta questa fama la Faci la guadagnò anche perché riuscì a contraddistinguersi, come del resto altre industrie per aver usato la tecnica della stoffa (il cosiddetto effetto stoffa) e moltissime altre tecniche che saranno analizzati più avanti.                                                                                                                                                                           

 

Nell'anno 1934 la FACI impiantò il primo forno elettrico ed essendo una fabbrica di modeste dimensioni fu sempre considerata molto meccanizzata per via anche dei mulini a bezzo, per l'utilizzo dell'aerografo, il tutto gestito da una decina di lavoranti.Proprio grazie all'istallazione dei forni elettrici, che soppiantarono le vecchie fornaci si decise di variare, per la seconda volta, la produzione; infatti subito dopo la guerra si lavorò sulla forma degli oggetti, adesso sul colore e sugli smalti. Incomiciò cosi la produzione di oggetti decorati in blu su fondo bianco, con decori risalenti alla cultura Nord europea.Proprio per questa tecnica decorativa sembrò nascere appositamente il forno elettrico, il quale rivoluzionò il processo di cottura, inoltre favorì anche la sperimentazione di svariate nuove tecniche, tra cui il terzo fuoco ovvero decorazioni con  colori molto vivaci e l'uso di lustri metallici.Tutte queste nuove proposte furono esposte a Milano intorno agli anni 50 compresa la tecnica che donava agli oggetti un effetto di bronzo anticato.

Per quanto riguarda il portafoglio clienti, la FACI si avvalse, come per molte altre cose,di quello appartenente alla vecchia Falisca Ars, ecco dunque comparire ancora tra i maggiori clienti la famosissima R. Ginori,ancora seguita commercialmente da Guerrieri,prima come Falisca Ars ora come FACI.                                                               

 

Mentre Guerrieri come appena anticipato si occupava del settore commerciale, chi seguiva e dirigeva la fabbrica era Adolfo Brunelli questo fino al 1957 quando Guerrieri lasciò la FACI, subito dopo che la stessa, per via di alcune fiere come quella di Milano e di Bruxelle non andate come si sperava entrò in crisi che continuò fino a tutto il 1956 quando subentrò la fase più profonda della crisi di tutta la ceramica.Nel 1961 venne rifondata formalmente la nuova FACI con a capo Adolfo  e Antonio Brunelli (Padre e Figlio) con la rinascita, iniziata però gia nel 1960 come attestano alcuni ordini , altri importanti clienti vennero a far parte del portafoglio tra cui la Fabbri e la Perugina. Mentre non mancavano ordini da tutto il mondo come per esempio "Italian facto" New york o ancora Svizzera, Belgio,Beirut,Sud Africa e Turchia. 

La FACI chiuse senza aver conosciuto altre crisi nel 1967.

 

Fonte verbale Brunelli Alberto

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